Ancóra (0)

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Daha, ancóra: è l’unica parola turca che conoscono i migranti clandestini. Ancóra acqua, ancóra pane, ancóra speranza.<br />Viaggiano nel cassone di un camion per monti e deserti, verso la costa turca dell’Egeo. Lì entra in gioco Ahad.<br />Carica i migranti sul furgone, attraversa il bosco e li nasconde sottoterra, nella cisterna del suo giardino.<br />Attendono lì, per settimane, sognando la Grecia.<br />La cisterna è buia e spoglia, la governa un tiranno bambino: Gazâ, il figlio di Ahad.<br />Cresciuto senza madre tra trafficanti di uomini, ha ricevuto un’unica lezione di vita: sopravvivi. E il suo cervello è diventato più veloce del suo cuore.<br />Gazâ è un piccolo genio, sogna di studiare al liceo, all’università. Ma tra lui e i suoi sogni c’è di mezzo Ahad, padre padrone. È la cisterna, la sua scuola; Gazâ, scienziato in erba, studia il comportamento delle persone in cattività.<br />Una notte di pioggia cambia tutto.<br />Il furgone di Ahad esce di strada, i clandestini muoiono a decine nel precipizio. Gazâ vede l’inferno con i suoi occhi e non vuole più saperne dell’umanità.<br />C’è una voce chiara, tuttavia, che lo chiama, dal profondo della sua mente.<br />È la voce di Cuma, clandestino afgano, amico perduto. Dalle sue mani ha ricevuto l’unico bene al mondo che gli sia caro: una rana di carta.<br />Con quell’origami in tasca, sempre tra le dita, con quella voce in testa, Gazâ cerca una via per la rinascita.<br />Sarà questa rana, verde e salterina, a indicargli la strada.<br /><br />Il viaggio di un bambino cresciuto troppo in fretta alla ricerca dell’innocenza perduta.<br />Un romanzo travolgente sulla schiavitù moderna, sulla necessità di sapere, e sperare ancóra, lottare ancóra.